UNA COSTELLAZIONE DI LIBRI
Letture e conversazioni dell’Istituto di Studi Rinascimentali
Biblioteca Ariostea - Sala Agnelli, ore 17:00
calendario_eventi_2024.pdf
Durante le presentazioni sarà possibile acquistare i volumi grazie alla collaborazione con la libreria Ubik - Ferrara
Mercoledì 13 marzo
Antonia Tissoni Benvenuti
Curiosando tra i libri degli Este. Le biblioteche di corte a Ferrara da Nicolò II (1361-1388) a Ercole I (1471-1505).
Interlinea, 2023.
Dialogano con l'autrice:
Cristina Montagnani (Università di Ferrara);
Sandro Bertelli (Università di Ferrara);
Marco Bertozzi (Istituto di Studi Rinascimentali)
La ricerca nasce dalla curiosità di conoscere quali libri circolassero alla corte Estense nel Quattrocento e quanto le preferenze, i gusti dei vari signori abbiano caratterizzato la cultura loro contemporanea. Per questo l’edizione degli otto cataloghi noti – cinque della biblioteca della Torre di Rigobello e tre della biblioteca di Ercole – è per la prima volta accompagnata dal tentativo di identificare le opere schedate: operazione resa difficile dalla nota lacunosità delle schede, e soprattutto dalla mancanza degli incipit-explicit. La prima parte del lavoro riguarda la biblioteca della Torre: una sorta di biblioteca pubblica, che forniva prestiti ai funzionari e alle persone più vicine alla corte. Nel catalogo più antico, A, del 1436 – che è comunemente definito «catalogo dei libri di Nicolò III» – si sono identificati i libri già presenti a corte nel Trecento e in alcuni casi, anche sulla base degli emblemi, si sono distinti i manoscritti appartenuti a Nicolò II (1361-1388) da quelli personali di Nicolò III (1393-1441). La seconda parte riguarda la biblioteca di Ercole. Un esame attento di questi cataloghi ha permesso di riconoscere i molti libri appartenuti a Leonello e a Borso, che Ercole aveva raccolto con i suoi.
Mercoledì 27 marzo
Andrea Pinotti
Nonumento. Un paradosso della memoria.
Johan & Levi, 2023.
Dialogano con l'autore: Marco Bertozzi (Istituto di Studi Rinascimentali) e Romeo Pio Cristofori (Servizio Musei d’Arte - Comune di Ferrara).
Affidiamo le nostre memorie ai monumenti perché le conservino per noi. Così possiamo permetterci di dimenticarle. È questo il paradosso che affligge il memoriale che si ribalta nel suo contrario, e diventa macchina di oblio. L’arte monumentale contemporanea si è ingegnata per trovare una terapia a questa patologia. A partire dagli anni sessanta si è formato un movimento eterogeneo, spesso radicale e non di rado contraddittorio, di artisti implicati nella progettazione di “contromonumenti” o “antimonumenti”: congegni che per via negativa ci interrogano profondamente nel nostro rapporto paradossale con la memoria e l’oblio. Rifacendosi liberamente ai non-uments di Gordon Matta-Clark, Andrea Pinotti, preferisce chiamarli “nonumenti” e ne offre una grammatica e una tipologia. Ma ci riesce davvero, il nonumento, a fare meglio del monumento? Davvero un parallelepipedo o una fontana che spariscono nel terreno gestiscono meglio le nostre smemoratezze rispetto a un obelisco o a una colonna orgogliosamente eretti nella loro ostinata verticalità? Queste domande risultano oggi urgenti più che mai: questo libro propone una riflessione insieme estetica e politica sull’arte monumentale contemporanea e sulla contraddizione che l’affligge: negare il monumento, per riaffermarlo. Fare il nonumento.
Mercoledì 10 aprile
Corrado Confalonieri
Torquato Tasso e il desiderio di unità. La «Gerusalemme liberata» e una nuova teoria dell'epica.
Carocci, 2022
Dialoga con l'autore: Cristina Montagnani (Università di Ferrara).
Forma alle origini della letteratura occidentale, l’epica è sempre stata teorizzata in contrasto con altri generi letterari, quelli che l’avrebbero perfezionata (come la tragedia secondo Aristotele) o che ne avrebbero in parte preso il posto, dal romanzo cavalleresco al romanzo moderno, il novel. Il volume riattraversa criticamente queste diverse fasi di teorizzazione – la poetica di Aristotele e quella di Orazio, le poetiche cinquecentesche, la filosofia di Hegel e le successive teorie dei generi letterari – per mettere in luce i motivi che ancora ostacolano la possibilità di vedere le ambiguità formali e ideologiche dell’azione eroica e dei testi che nel tempo hanno provato a raccontarla. Punto di riferimento teorico e interpretativo è la
Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, poema di cui viene presentata una lettura innovativa che supera la tradizionale dicotomia tra unità epica e varietà romanzesca dimostrando come l’unità sia un desiderio più che un risultato: un desiderio che la componente epica consente di esprimere ma che è questa stessa componente – e non quella romanzesca che pure apparentemente vi si oppone – a impedire di soddisfare.
Lunedì 6 maggio 2024
Francesca Cappelletti
Le belle. Ritratti femminili nella stanze del potere.
Mondadori, 2024
Dialogano con l'autore:
Claudio Strinati (Accademia di San Luca) e
Cecilia Vicentini (Università E - Campus).
Nella seconda metà del Seicento, nei più importanti palazzi nobiliari, intere stanze erano destinate a ospitare i ritratti delle «donne famose» del tempo, quasi a catalogarle. Dame contemporanee, influenti personaggi di corte o bellezze leggendarie la cui fama si diffondeva velocemente fra i circoli dell'aristocrazia europea. Mogli di principi o future madri di cardinali, anelli fondamentali di alleanze politiche e pedine insostituibili di complesse strategie familiari. Personaggi celebri per la loro bellezza, spesso all'origine di passioni incoercibili e di eventi drammatici. Queste tele, note come «le Belle», popolavano le maggiori collezioni italiane ed europee. Una moda che aveva precedenti illustri e che Francesca Cappelletti racconta con appassionata ammirazione e competenza in queste pagine. Un affascinante viaggio che ci accompagna nelle camere dedicate ai ritratti femminili della cinquecentesca collezione Farnese, o in quella del cardinale Pietro Aldobrandini, nipote di Clemente VIII, passando per le «Stanze delle Veneri», allestimenti fra il mitologico e il licenzioso in cui erano esposti capolavori della pittura rinascimentale raffiguranti le dee e le eroine delle favole antiche, in un tributo non solo a Venere, dea dell'amore, ma anche alle grazie delle protagoniste, spesso sfortunate, dei miti ovidiani. La presenza in questa storia di alcune straordinarie figure catalizzatrici, come per esempio Clelia Farnese, Lavinia Fontana o Maria Mancini, è un ulteriore invito a riflettere «sulle metamorfosi del ritratto femminile, ma anche sul ruolo di alcune donne, sulla loro capacità di mettere in scena se stesse, di creare un personaggio in grado di autorappresentarsi e di generare forme di ritratto». Avvicinandosi ai loro volti fino a sfiorarli, Francesca Cappelletti ne disvela passioni, paure e speranze, ma soprattutto offre una nuova prospettiva per indagare il ruolo della donna nella storia.
Incontri dell’Istituto di Studi Rinascimentali
Museo Schifanoia | ore 17:30
Lunedì 13 maggio
La tirannia degli astri. Gli affreschi astrologici di palazzo Schifanoia.
Una conversazione tra Massimo Cacciari (università Vita-Salute San Raffaele) e Marco Bertozzi (Istituto Studi Rinascimentali) nel Salone dei Mesi.
Sala Estense | ore 17:30
Giovedi 7 novembre
“Avess’io almen d’un bel cristallo il core”. Ferrara specchio del Rinascimento
Conferenza di Giovanni Carlo Federico Villa (Università degli Studi di Bergamo)