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Altre sculture medievali


 

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Museo della Cattedrale
 

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Altre sculture medievali
Sala Codici

Maestranza ravennate, Frammento di sarcofago o di pluteo con raffigurazione simbolica Maestranza ravennate, Frammento di pluteo con raffigurazione zoomorfa
Da sinistra: Maestranza ravennate,Frammento di sarcofago o di pluteo con raffigurazione simbolica (VI secolo); Maestranza ravennate, Frammento di pluteo con raffigurazione zoomorfa (fine VIII-inizio IX secolo).

Sul lato destro della sala sono raggruppate sculture di diversa epoca di proprietà del Capitolo della Cattedrale, ma per le quali non è documentata una sicura provenienza dall’antico Duomo.

Tra queste, vi è l’opera forse più antica della collezione: un blocco di marmo probabilmente raffigurante Zeus Ammone e un giovinetto. La mancanza di notizie storiche relative alla sua provenienza e i dubbi di natura stilistica, hanno posto interrogativi sull’autenticità del rilievo, che sembra rielaborare temi e modi dell’arte della tarda antichità.

Seguono due lastre di età altomedioevale, testimonianze dell’epoca in cui il territorio ferrarese gravitava politicamente e culturalmente entro l’area d’influenza ravennate e bizantina. Il primo, il Frammento di sarcofago o di pluteo con raffigurazione simbolica, mutilo della parte sinistra, è riconducibile ad una bottega ravennate del VI secolo. La parte mancante doveva certamente proporre simmetricamente la figura dell’agnello, secondo l’iconografia bizantina degli animali affrontati, con al centro il monogramma cristologico. Sul retro della lastra, uno stemma araldico e un’iscrizione informano che la pietra venne riutilizzata nel 1520 come lastra sepolcrale di Francesco Guidoni.

Antonio di Pietro, Madonna col Bambino
Antonio di Pietro da Venezia,Madonna col Bambino (1467 circa-1471).

E' opera di una maestranza ravennate, ma cronologicamente collocabile tra la fine dell’VIII e l’inizio dell’IX secolo, la Lastra con raffigurazione zoomorfa, proveniente da un antico pluteo. Anche quest’opera è stata oggetto di riuso, come testimonia, sul retro, la presenza dello stemma dei Tassoni-Prisciani, scolpito ad altorilievo nel XVII secolo, periodo in cui la lastra venne collocata nella cappella che la famiglia possedeva nella chiesa di San Domenico.

Dopo le due piccole sculture della prima metà del Quattrocento, San Cosma e San Damiano, forse in origine agli angoli di un sarcofago, è esposta la Madonna col Bambino, singolare rilievo in marmo databile tra il 1452 ed il 1471, commissionata dal duca Borso d’Este, effigiato in basso a sinistra. L’iscrizione, inoltre, riporta frammentariamente il nome dell’autore: il misterioso Antonio di Pietro da Venezia.
 
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© Museo della Cattedrale, Ferrara | Ultimo aggiornamento: 25-06-2013 | Note legali | Numero visitatori: 8242